Più o meno un diario che accompagna i lettori in un periodo non facile vissuto in generale dall’umanità e in particolare da Giuseppe Cataldo, autore di Campania Felix (edizioni2017).
Un lungo racconto che sa di resilienza (anche se l’autore confessa di non amare questo termine), unico mezzo che ha permesso a tanti di superare il lungo periodo della pandemia, le restrizioni, il senso di angoscia, l’assenza di prospettive future. Il titolo, “Campania Felix”, lo afferma lo stesso autore, è “provocatorio” e non rimanda alle reminiscenze storiche, ma è piuttosto“una sfida per non vivere le nostre memorie storiche come punto di arrivo, ma come obiettivo cui tendere per superare una narrazione “che ci vuole persi alla violenza, alla povertà, al tirare a campare” Cronaca, pensieri liberi ,riflessioni permeano l’intera narrazione che segue il flusso di pensieri liberi da “Risveglio” che apre il libro e che è una riflessione sulla consapevolezza di dover dare il massimo per una reale rinascita a “Normalità “che è il desiderio di superare il Covid tendendo al passato. E ancora, “La paura”, “La terra”, “La guerra” e tanto altro fino ad arrivare a “La campagna elettorale” in una miscellanea di temi e pensieri che permea la sessantina di capitoli brevi, carichi di umanità e di continui richiami all’attualità
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