“Mi limitavo ad amare te” è un verso da “Cerco la strada per il mio nome” di Izet Sarajlic e diventa titolo di questo romanzo carico di dolore, di sofferenza, di speranze disilluse che Rossella Postorino pubblica per Feltrinelli. I bambini e le bambine protagonisti assoluti di una storia drammatica, la guerra in Bosnia che è fatta dagli adulti e finisce per ricadere sulle più incolpevoli delle vittime. Orfani e orfane che sopravvivono in orfanotrofio aspettano per giorni il ritorno di una madre che troppo spesso non arriva, bambini e bambine, cresciuti nel dolore di un abbandono che li obbliga a diventare grandi prima del tempo. Genitori e figli e i mille percorsi dagli uni agli altri, i mille tentativi di ritrovarsi o l’impossibilità più o meno voluta di recuperare quei figli. Tra questi Omar che è inconsolabile senza sua madre, suo fratello Ivo che finirà per essere arruolato, Nadia e tante altre vite che si intrecciano a queste . È il 1992 e sono solo bambini, la narrazione ce li racconta in quattro grandi periodi passando per l’arrivo in Italia, sfollati da un paese che sembra non ricordarsi più di loro, a stretto contatto con una realtà che non è la propria in una perenne attesa che anni dopo si consoliderà per alcuni in un affido, per altri in un figlio. E’ la vita che passa tra le righe di questo romanzo che è potente e struggente e si interroga aprendo infinite possibilità di discussione sulla guerra, sulla sua necessita(?), l’arroganza dei vincitori, l’indifferenza di troppi poi Nada, sul rapporto genitori-figli, sul ruolo fondamentale dell’amicizia. E il racconto, preciso, meticoloso, della sofferenza di chi è costretto a crescere da solo, di chi dal domani vorrebbe solo un ritorno, di chi dal domani imparerà ad aspettarsi il nulla e le parole entrano prepotentemente nel cuore di chi legge che inorridisce all’ascolto delle troppe ingiustizie, palpita per i pericoli continui, è vicino ai bambini e alle bambine e li accompagna quasi tenendoli per mano nel percorso di crescita che mai potrà cicatrizzare ferite così profonde.
Il libro è stato proposto al Premio Strega 2023 da Nicola La Gioia
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