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dom 19-03-2023 n.14105, Maria Pia Ciani

"L'ultima notte di Amore": il commento di Maria Pia Ciani

Per la rubrica "Ti consiglio un film"


Un sospiro accompagna una spettacolare panoramica dall’alto. La maestosità del Duomo e il suo ruolo simbolo identificativo della città meneghina, permettono al pubblico di continuare a volare su Milano provando a riconoscere le strade principali del centro, il bosco verticale, la stazione centrale, il traffico notturno fino a raggiungere i quartieri periferici.
Quel sospiro diventa un ritmo musicale in ascendente fino a coprire quel sospiro.
L’inquadratura, come un aereo in fase di atterraggio, permette di scrutare i particolari all’interno di un appartamento; una festa, musica anni 70, la padrona di casa fa molto anni ‘70 nelle movenze, l’acconciatura, l’abbigliamento.
Franco Amore è atteso dalla sua folkloristica moglie, amici e colleghi per festeggiare il suo imminente pensionamento, da lì a qualche ora dal momento che è ancora in sevizio per il suo ultimo turno.
Il titolo è la sintesi del film, sarà quella l’ultima notte dell’Ispettore Capo Franco Amore.
Per comprendere le premesse degli eventi di quella notte, il salto temporale è breve; la scena si svolge dieci giorni prima in un attico, al ventinovesimo piano, al centro di Milano.
Le infiltrazioni della Ndrangheta, la colonizzazione cinese, la corruzione delle forze dell’ordine, l’ambizione di fare il grande salto, i limiti dell’onestà sono gli ingredienti di un poliziesco italiano che non teme le migliori produzioni internazionali.
Nei dialoghi essenziali, Favino recita con lo sguardo, la mimica è eloquente.
Funzionali al racconto tutti i personaggi, essenziali in un trama così fitta.
Sortisce, inizialmente, poca simpatia la sua seconda moglie Viviana.
Una buona prova di Linda Caridi, nel ruolo della moglie trapiantata del poliziotto, ridicolmente leziosa, ha fame di scalata sociale.
Il suo personaggio spesso fa dubitare il pubblico, per poi comprendere che se lei non fosse stata così caparbia non ci sarebbero stati gli sviluppi del racconto.
Favino si ritroverà a girare una scena finale che, in altri ruoli e luoghi, aveva già interpretato. Chi ha visto Nostalgia capirà.
Il film di Andrea Di Stefano è imperdibile



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