Maria è una sposa bambina, ha 14 anni e un mistero che le appare in ventre all’improvviso. Maria ha sposato Giuseppe, ma non gli ancora confessato che è certa di essere già incinta e che non sa chi possa essere stato. Maria sente le voci di bambini che giocano o si rattristano e a volte è presa “dall’argento” che le entra dentro e le raggiunge l’anima fino a farla estraniare dalla realtà e a farla svenire. Maria è una piccola donna minuta, docile, ma risoluta e decisa ad affrontare il mistero. E’ questa la storia che Daniele Petruccioli racconta per TerraRossa edizioni in “Si vede che non era destino”, titolo che è emblematico del pensiero di Maria che umanamente affronta le sue giornate, che avrebbe voluto un matrimonio regolare e un figlio che fosse diverso da come diventerà. Eppure Maria, madre di Cristo che partorisce all’addiaccio è circondata d’ amore: l’ama Giuseppe che accetterà quel figlio come se fosse suo, l’ama Joshua, suo figlio che come lei sente le voci, l’amano i suoi genitori, lasciati soli perchè come una famiglia di migranti odierni è stata costretta a fuggire e a rifugiarsi altrove, l’ama Elena la levatrice che l’ha aiutata a far nascere il Figlio e le è diventata amica. Gesù cresce anche lui risoluto e deciso, è affabulatore a attira le folle, Gesù sa parlare e detesta i soprusi, Gesù che urla nel Tempio e che non rispetta una religione di facciata. Quanti pensieri quel figlio per Maria, un figlio avrebbe voluto uguale agli altri, magari sposato e avrebbe voluto da lui un nipote per farsi chiamare finalmente nonna. Ed è con questo spirito che accoglie Maria Maddalena che ama Gesù e non ha timori a dirlo e che ha voluto conoscerla per dirgli di quel figlio e per essere con lei quel giorno ormai vicino in cui Gesù sarà condannato. Pagine delicatissime, al centro il pensiero femminile e umano di una donna che non sa di essere quel che la storia ci consegnerà, una donna che perde il marito Giuseppe e spende per lui accorate e toccanti parole che vibrano nei cuori di chi legge e che portano alle lacrime, che sublima quel dolore nello strazio ancor più doloroso della morte del figlio. Un capolavoro, la narrazione in prima persona di Petruccioli che rende le donne, Maria, Elena , Maria Maddalena protagoniste del loro tempo e dei nostri tempi, nelle parole di ognuna di loro ciascuna di noi potrà ritrovarsi e leggersi, le sveste dal sacro per rivestirle della sacralità dell’umanità e restituisce ai lettori e alle lettrici pagine di infinito amore e di infinito tormento.
|