Doppio piano narrativo per “ E Leda inventò il mondo”, nuovo lavoro di Daniela Carelli, ambientato tra Napoli e Procida (in una serie di flash back) per approdare a Lisbona, Madrid, Marsiglia, Strasburgo, Milano. Leda, la protagonista, prende in mano la sua vita e ne fa ricerca in se stessa, figlia di una famiglia al di fuori delle righe (la mamma violoncellista, il papà medico dedito al volontariato), è molto legata alla nonna Bridget che è abituata a girare il mondo ed è in qualche modo la sua guida morale. Dall’animo semplice, Leda ama suonare l’ukulele ed è proprio con questo strumento che si esibisce, artista di strada, nelle piazze delle città che attraversa attraversando al contempo le vite di nuove amicizie, senza mai dimenticare le amiche di sempre, e di nuovi amori. Con lei l’immancabile Milly, la cagnolina salvata dalla solitudine anni prima e che un po’ alla volta era riuscita a conquistare il cuore persino di sua madre che di cani in casa, no, proprio non ne voleva sapere.
Un libro dal bell’impianto narrativo che si legge con il desiderio di scoprire l’approdo della vita di Leda e di cui colpisce la maestria del raccontare l’ieri già passato, ma così vivo nei ricordi della protagonista, l’oggi carico di dubbi e di speranze e la speranza di un domani che si presenti proprio come Leda desidera.
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