Un’idea nata “per la voglia di fare qualcosa insieme”, lo dichiara Mirella Armiero, curatrice di “Napoli stanca” (Solferino edizioni), un libro nato per caso nei primi tempi di libertà post-pandemia. Un libro che risponde all’urgenza di raccontare una città che è una e multipla, che si ama e si odia, che è carica, agli occhi di tanti, di stereotipi e di luoghi comuni. Diciassette autori e autrici insieme per affrontare una nuova narrazione su Napoli seguendo le emozioni, i ricordi o ricorrendo alla stesura di piccoli saggi nati all’ombra di un giardino del ‘600 dove gli autori e le autrici si sono incontrati per confrontarsi e discutere sulla città. Benedetta Palmieri, con “Tutto il resto è palcoscenico” in apertura per la sezione “Una linea di fuga come premessa” e poi Gianluca Nativo, Athos Zantini, Gianni Solla, Eduardo Savarese, Diego Lama e Peppe Fiore per “Ricognizioni. Un vulcano dipinto fuma lieto”. E ancora Fortunato Cerlino, Vincenza Alfano, Angelo Petrella, Davide D’Urso per “Indagini narrative. Pulcinella graffia ancora ma non morde” e Fuani Marino, Alessio Forgione, Maurizio Braucci e Massimiliano Virgilio per “L’incanto e il disincanto-smascherare la città”, mentre Cristiano de Majo e Marco Marsullo concludono la raccolta per la sezione “Dalle nebulose lontane”. In copertina l’opera “Andrà tutto bene” di Luciano Romano.
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