E’ un libro di grande potenza “La bambina, il carro e la stella” (Terra d’Ulivi edizione) che già nel titolo ci indica i tre cardini intorno ai quali si innesta la narrazione. Un libro di formazione che restituisse ai lettori e alle lettrici la vita di Marika, bambina rom che vive ai margini di una grande città, allo stesso tempo, accogliente e respingente. Marika sa di essere figlia dell’emarginazione e di abitare la periferia più reietta della città, ma da questa vuole fuggire anche se teme il perdersi nel mondo dei gagè, la gente che vive fuori dai campi. E’ una bambina e poi sarà donna dilaniata dall’amore per la famiglia, in particolare la madre e la nonna, donne forti, ma che subiscono il patriarcato imperante, e il mondo di fuori che percepisce libero ma che vede solo quando con sua nonna va ad elemosinare davanti a un supermercato.
Ha un legame assoluto col nonno che l’inizia alla musica, teme il padre – padrone troppo spesso assente, troppo spesso violento.
Non è facile la vita di Marika che conquista con i suoi dilemmi la mente di chi legge: dovrà scendere a compromessi con se stessa prima di prendere una decisione estrema che le indicherà la sua nuova strada in un romanzo ben curato, attento ai particolari, intervallato, come solo Coppola sa fare, da pagine di prosa poetica che mettono i brividi. Il libro è uno sguardo a tutto tondo sulle differenza tra maschio e donna, tra i diversi ceti sociali, tra tutte le piccole o grandi occasioni di alterità che faranno capire a Marika che se il mondo rom spesso si fa andare alla violenza altrettanto avviene nel mondo dei gagè, dove le donne sono spesso vittime degli uomini, dove si assiste ad una continua esigenza di apparire, dove si inseguono i facili guadagni. Grande è la capacità di descrizione dei luoghi che permette a chi legge quasi di avvertire gli odori, i rumori gli umori del campo.
Marika incontrerà Carmen, una donna gagè che dalla sua cabina di estetista osserva il mondo e ha un amore lontano e tramite lei conoscerà Francesco, il maestro di musica che intuisce il suo talento e le permetterà di volare. Il primo capitolo del libro restituisce Marika ai lettori come donna ormai cresciuta che non rinnega chi è stata ma al contempo si compiace per il suo percorso dovuto solo a se stessa e alla sua grande forza di migliorare anche se , per integrarsi ha dovuto imparare “la lingua del nemico”.
Il libro aprirà la Rassegna “Metti una sera … alla Rocca dei Rettori” organizzato da Culture e Letture aps per il prossimo mese di settembre.
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