"Io sono una barca di legno non trattato e ho centodiciotto persone a bordo da portare a riva" e su quella barca ci sono persone e bambini e mamme che il mare schiaffeggia e minaccia di far annegare.
Intenso il monologo di Anna Foglietta, “Una Guerra” il titolo del testo a cura di Michele Santeramo su musiche originali di Francesco Mariozzi, che segue le vicende di una madre che attraversa l'Africa con i suoi figli attraversando il deserto, approdando nelle carceri della Libia e arrivando finalmente a vedere il mare da attraversare su quella barca che si racconta in prima persona in un racconto che passa attraverso scelte drammatiche, abbandoni necessari, al centro la madre e i figli da salvare e infine l'approdo e nessuno "spazio per piangere" perché il mare ha rubato vita e lacrime lasciando il "bisogno di essere guarita" dalla "peste che si porta addosso" e la guarigione arriva dall'ascolto di una novella , alla maniera di Boccaccio, narrata al calore di un fuoco che fa riascoltare alla madre la voce di quel figlio cullato ormai dalle onde del mare.
Un monologo a più voci, la barca, appunto, il mare e poi la madre, la terra, il bambino per affrontare un tema quanto mai attuale sulla tragedia di migranti costretti dalla guerra (ma non solo) ad affrontare l’ignoto per sperare nel futuro la guarigione in una narrazione che ha commosso i presenti ieri (meno di quanto meritasse la pièce) al Teatro Comunale di Benevento.
Anna Foglietta è presidente di EVERY CHILD IS MY CHILD ONLUS, un’associazione spontanea di artisti che mossi dall’indignazione per le stragi di bambini in Siria, hanno deciso che non era più sufficiente limitarsi alla condanna ed al sostegno teorico, ma bisognava impegnarsi direttamente
|