Un’azione collettiva di teatro civile, oltre 150 teatri in Italia e all’estero, svariati gruppi di lettura, scuole, singoli cittadini tutti insieme a ricordare il 9 ottobre del 1963, la frana del Vajont, i 1917 morti a causa di un disastro annunciato e favorito dalla superficialità degli uomini. Teatro Eidos ha aderito alla chiamata de La fabbrica del Mondo per #Vajiont23 e ha portato in scena la rabbia, il dolore, la consapevolezza, la percezione della realtà sconvolta dall’incuria nell’opera teatrale di Marco Paolini.
Platea attenta e in silenzio a seguire una drammaturgia incisiva e possente resa ancor più potente dalle felici intuizioni di regia curata da Virginio De Matteo, dall’eccellente gioco di luci a cura di Maurizio Iannino, dalla straordinaria interpretazione di Mimmo Soricelli, Raffaella Mirra, Vincenzo Di Matteo, Pier Paolo Palma, Giorgia De’Conno, Eugenio Delli Veneri, Miriana Viele e prima, importante prova di scena per gli allievi e le allieve del laboratorio teatrale tenuto da Eidos: Giuseppe Angarano, Chiara Attanasio, Vittoria Borrillo, Laura Censullo, Francesca Cillo, Paola De Guglielmo, Francesco Pio Lepore, Piero Soricelli.
Non era facile e né scontato superare la facile retorica e restituire al pubblico una pièce teatrale di tale intensità riuscendo a far percepire sulla propria pelle, l’angoscia di quegli attimi, pochi secondi per la distruzione, la rabbia per ciò che si poteva fare e non si è fatto, la consapevolezza che l’uomo sta distruggendo la natura immemore degli insegnamenti che il passato può darci.
In apertura, dopo i saluti dell’assessora alla Cultura Antonella Tartaglia Polcini, le parole di Paola Revellino, docente presso Unisannio sulla situazione di fragilità geologica in Italia e il commovente ricordo di quei giorni del maresciallo dei Vigili del Fuoco Pellegrini, che quei giorni li ha vissuti sui luoghi del disastro.
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