Culture e Letture aps patrocina la messa in scena di Nomi Cose Città, uno studio da Le Città invisibili di Italo Calvino nel centenario della nascita del grande scrittore. L’appuntamento è per le 19 del 22 ottobre 2023 presso l’Auditorium Tanga alla Spina Verde del Rione Libertà e vede in scena Mariarita Bianchini, Marialaura Orlando, Giulia Ocone, Marika Saquella, Virginia Storzieri, Emma Antonelli, Antonio Intorcia, Silvana Libertucci, Grazia Luongo, Mariapia Rubino con la partecipazione di Alda Parrella, Maurizio Tomaciello (voce fuori campo) e la partecipazione straordinaria di TAMBURO e MOSES con il singolo”Sotto casa” estratto da “FERNWEH”. Audio e luci sono affidate a Antonio Di Benedetto, la grafica è di Enrico Cavallo, la regia è di Linda Ocone. L’organizzazione ringrazia L’Orchestra Filarmonica di Benevento per la disponibilità degli spazi.
Queste le note di regia: Le "Città Invisibili" oscilla fra il racconto filosofico e fantastico – allegorico. Non ha una storia - non c'è inizio e nessuno sviluppo di personaggi – ma è una collezione di descrizioni delle città che Marco Polo ha visitato durante i suoi viaggi. È un racconto, a volte distopico, ma anche profondo delle città, attraverso particolari capaci di trasmetterne l'essenza. Nel racconto di Calvino non si trovano quindi città riconoscibili, ma "immagini ", per offrire al lettore spunti di riflessione sulle città che abitiamo. Siamo partiti dalla piccola città di provincia, come la nostra, per arrivare alle grandi metropoli, dove l’umanità si incontra e si perde in spazi che raramente rispondono ai nostri bisogni. Le città “Sono tutte inventate” è questo il mantra che sottende alla drammaturgia, ma nello stesso tempo “sono tutte reali”, come reali sono i sentimenti, i desideri, i sogni, e le utopie di chi le abita. Uno studio con contaminazioni contemporanee. Lo spettacolo si chiude con la canzone dal vivo “Sotto casa”, singolo estratto da FERNWEH, primo album di Moses di Alessio Luongo in arte TAMBURO, rapper classe ’94, e Salvatore Lamparelli in arte Mosès, classe 1998. Un lavoro musicale dal sound ricercato, per rime appuntite su strofe impegnate. Moses e Tamburo, raccontano la storia di due ragazzi cresciuti nel quartiere di una Benevento che dagli anni ‘90 ad oggi ha raccolto e accolto le loro vite. Un lavoro musicale dal sound ricercato, per rime appuntite su strofe impegnate. Moses e Tamburo, raccontano la storia di due ragazzi cresciuti nel quartiere di una Benevento che dagli anni ‘90 ad oggi ha raccolto e accolto le loro vite.Voci delle periferie dell’anima, che con la loro musica riescono a rappresentare la realtà, a digerirla e trasformarla in arte. Raccontano la desocializzazione, l’oblio, la solitudine, i pensieri contrari. La musica è "àncora di salvezza”, perduta e ritrovata, “un tumulto che scoppia dentro e salva". Ancora una volta c'è la strada, la rabbia, la voglia di riscatto di un luogo della città. La città ideale non esiste…. Ma il punto è: non esiste perché non può, o non esiste perché nessuno vuol più fingersi così pazzo da immaginarla?
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