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gio 26-10-2023 n.14255, Elide Apice

Amavi et odi di Fulvio Fiorito

Per la rubrica Letto per voi


Tre raccolte di poesie e un racconto compongono Amavi et Odi che nel titolo ha un chiaro riferimento al famoso e vitatissimo Odi et Amo di Catullo.
Le raccolte, distinte tra loro, raccontano d di amore e innamoramento, illusione, disillusione in maniera a tratti allusiva e a tratti più esplicita e fa spesso riferimento a storie familiari ( poesie per la madre, lettere alle figlie).
La prima raccolta, “Una storia senza storia”, in esergo un rimando a Domenico Modugno, inizia con l’ironico Dedicato a *** (tanti gli asterischi ad omettere i nomi)e la consegna di un “libricino ingombrante che eventualmente potrebbe essere anche buttato nella spazzatura.
Poesie brevi sulla dicotomia tra realtà e sogno, tra quotidianità e speranza. Al centro una donna, oggetto d’amore per la quale, alla fine, si perde interesse.
la seconda raccolta dal titolo romanticheggiante “Fanny” contiene uan sorta di scambio epistolare tra il poeta, e il marito della donna che è diventato suo amico e che è a corrente dell’infedeltà della moglie, ma la rispetta e se ne prende cura nel ricordo di una felicità passata.
La terza raccolta  “Amore senza nome” in cui la donna appare così come è, nuda da orpelli e menzogne , scoperta nelle sue bugie, “una bambola vuota” come scrive il critico letterario che ne ha curato, appunto, la critica, una donna capace di amare solo se stessa, donna dalla personalità fortemente narcisista, capace di menzogne e sotterfugi che però vengono scoperte e facendola diventare oggetto di disprezzo, titolo tra l’altro dell’ultima lirica.
Infine il breve racconto “Amore giurato e eterno” che mette in prosa ciò che le poesie hanno fatto in versi.
Candido, Generoso e Marinella sarebbero il poeta, il marito, la donna e tutto diventa chiaro e intellegibile.
Dall’amore iniziale si arriva all’odio(ecco spiegato il titolo del libro – ti amavo, ora ti odio)ed è proprio da ciò che nasce la forza liberatoria di lui come si evince dalla lettura di “Lettera a chi non ha mai saputo amare che chiude il libro per il quale, naturalmente, l’autore ci tiene  precisare che tutto è frutto della sua fantasia.


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