In scena qualche sedia a indicare passi e momenti, una è completa di santini, rosari e lumini ed è lì che si immaginano le spoglie del padre. E’ in una camera ardente che il pubblico si trova proiettato, la protagonista è tornata al paese del napoletano per i funerali e si trova a dover affrontare i mille risvolti di una morte repentina mentre nell’aria riecheggiano ancora le parole di suo padre. E’ così che inizia il potente monologo “Della storia di G.G.” che Gea Martire ha tratto da un racconto di Maria Grazia Rispoli e che ieri è stato portato in scena al Mulino Pacifico nell’ambito di Obiettivo T, per la regia di Mariano Lamberti. Un testo in cui si contrappongono vita e morte (che in qualche maniera aleggia nell’aria fino al non scontato finale), in cui al dolore si contrappone la scoperta di una nuova passionalità in un decis contrasto tra eros e tanatos. Gea Martire, eccezionale interprete nei continui cambi di registri narrativi e dall’enorme capacità di restituire al pubblico la complessa personalità della protagonista, è una donna di mezza età, con sedici anni di convivenza con un uomo che “forse non amo” e una lontananza dal suo paese, insegna, infatti, in una scuola di San Benedetto del Tronto, che l’ha progressivamente allontanata perfino dalle cadenze dialettali del suo luogo di origine. Vive inconsapevolmente una crisi, quella di tante donne che si trovano, all’improvviso, a dover fare i conti con un vita piatta e senza guizzi e con una passionalità che rivendica la sua esistenza. Basta un attimo, un fuggevole incrocio di sguardi per farla perdutamente innamorare del giovane e aitante impresario delle pompe funebri per il quale prova un trasporto assoluto nonostante il luogo e il tempo in cui si trova. Da qui una serie di comportamenti che tratteggiano la perfomance come una balck comedy dai toni grotteschi e Gea Martire interpreterà due personaggi ben delineati e contraddistinti il primo dal dolore e dai toni sentitamente provati dal lutto, l’altro dalle sfumature di egoismo e perfidia messe in atto per raggiungere lo scopo. Il tutto in un’alternarsi di personalità che fa di lei un’attrice capace di delineare in maniera eccellente, con apparente semplicità ed estrema naturalezza figure complesse e totalmente diverse.
Lo spettacolo sarà in scena oggi 11 e domani 12 novembre al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno per poi approdare a Roma ai primi di dicembre.
Prossimo appuntamento con Obiettivo T, venerdì 24 novembre, con La felicità di Eric Assous per la regia di Gianfelice Imparato.
|