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lun 04-12-2023 n.14290, Elide Apice

"I mangiafemmine" di Giulio Cavalli

Per la rubrica Letto per voi

Nella città di DF si assiste a un forte incremento dei femminicidi e nessuno riesce a trovare una soluzione a un fenomeno avvertito come un problema  difficilmente risolvibile. E’ questo lo spunto da cui parte “I mangia femmine” ultimo lavoro di Giulio Cavalli edito da Fandango.
Non vorrebbe occuparsene nemmeno Valerio Corti, candidato per i Conservatori, per lui è un falso problema, le donne sono sempre morte soprattutto quando si mettono strane idee per la testa.
 Per lui, infatti, il femminicidio non colpisce le donne “per bene”, le madri, le fidanzate fedeli.
L’opinione pubblica, però, insiste, e questo fa modificare le strategie politiche al punto che Corti viene defenestrato a favore di una donna, la prima donna premier.
Viene eletta quindi una donna che per tutta risposta immagina e dà vita una nuova legge: la legalizzazione del femminicidio, una legge per la quale le donne sono parificate ad animali da abbattere  secondo dei parametri ben dettagliati.
Si entra quindi in un vortice di “banalità del male”, tutto sembra lecito, tutto appare normale agli anestetizzati occhi dei cittadini e delle stesse cittadine anche se le femministe radicali provano a far sentire il proprio grido.
Un romanzo che chiude la trilogia dopo “Carnaio” e “Nuovissimo testamento”, che sembra avere tanti rimandi alla società contemporanea governata da un governo di destra ed è fortemente provocatorio.
Scritto in maniera ineccepibile, capace di scavare la mentalità e gli atteggiamenti oltre i limiti di certi politici, capace di scuotere le coscienze offrendo forti momenti di riflessione.



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