Pinuccio Badalà, figlio di un sindacalista rimasto gravemente nella strage di Bologna, si lascia scorrere la Storia addosso nel paesino siciliano in cui vive, inseguendo il suo grande sogno: diventare uno scrittore famoso e parallelamente inseguire donne da cui si allontana in modo altrettanto repentino per le motivazioni che saranno chiarite dalla lettura di “Il buio delle tre” di Vladimir Di Prima (Arkadia).
Vent’anni di speranze, di sogni, più spesso di incubi, portano Pinuccio in situazioni paradossali e ironiche a contatto con nomi grandi e piccoli dell’editoria nella sempre più consapevolezza che c’è sempre chi è capace di pubblicare a dispetto di lui che nonostante i due libri pronti e la sua forte preparazione fatta di letture, non riesce a trovare uno straccio di editore. Il libro, scorrevole e dalla prosa limpida, coinvolge il lettore non solo nella storia che parte dalla provincia siciliana, ma soprattutto dai sogni di Pinuccio, e dai suoi drammi familiari che hanno finito per condizionarne l’esistenza, dai suoi continui viaggi della speranza lungo la penisola alla ricerca di editori che possano capire il suo genio e soprattutto nell’analisi spietata di un certo mondo culturale e della decadenza di quella che dovrebbe essere la vera cultura.
Il finale sarà a sorpresa, tra immaginazione e realtà.
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