Angela è donna dal carattere forte, degna erede di quelle donne sannite da cui discende, di quel popolo “ che sconfisse i romani”.
Angela è madre impossibile, carica di rabbia e piena di fuoco “ che si porta dentro” da sempre ed è sempre pronto a venire fuori come un’eruzione dal Vesuvio che guarda la città dove è andata ad abitare giovanissima.
Angela è la madre che osteggia tutto e tutti, che è incarnazione di tutti gli stereotipi che vanno dal razzismo, all’egoismo, a un certo senso di opportunismo sempre pronta ad aizzarsi contro chiunque, fosse quella ”zo…la” di sua madre o di sua figlia. Angela ha studiato, ma da mater del sud si è votata a casa e figli rivendicando una sua “friccicaria” e una sua indipendenza. Angela è la protagonista de ”Il fuoco che ti porti dentro (Marsilio) che suo figlio Antonio Franchini scrive scavando nei ricordi, senza fare sconti a nessuno, in primis a se stesso che “odia “ sua madre e l’ha sempre odiata eppure l’ama. Di Angela ci racconta le intemperanze, il suo giudizio sopra ogni altra considerazione, il dividere il mondo in bianco e nero, i suoi preconcetti e sempre, sempre, quel fuoco che le arde dentro e la accompagnerà fino alla fine in una Milano dove viene portata, stanca e vecchia, da sua figlio , ma di cui non si è mai sentita parte.
Due vite a confronto, una emanazione dell'altra, la madre che ha generato, il figlio generato, due vite contrarie l’una all’altra per idee e vissuto e l’urgenza del narrare non come possibilità di liberazione (lo afferma lo stesso autore, quasi in chiusura) perché “non è leale battersi coi morti, si lotta contro i vivi, e noi in vita ci siamo battuti a lungo”, ma per far conoscere ai lettori così come faceva con gli amici di famiglia, la figura di un personaggio emblematico, sua madre che in tanti consideravano simpatica.
La scrittura è potente, incisiva, scava nella carne di un rapporto compromesso, asimmetrico, nella personalità forte e determinata di una donna che voleva avere sempre ragione, impossibile da decifrare, complicata da trattare e dalla quale era preferibile allontanarsi il più possibile.
“Scrivendo la sua storia ho reso onore al suo desiderio di recitare una parte anticonformista scorretta e che il figlio fosse considerato scrittore scrivendo di lei” ed è anche questo è un modo per fare pace con la madre.
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