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Un concerto dedicato agli sconfitti del mondo, ai perdenti dimenticati, a chi soffre come Cristo in croce, a chi può però sperare in una possibilità di riscatto.
Al Teatro comunale Vittorio Emanuele di Benevento Enzo Avitabile con il suo “ “che ha riscosso la decisa approvazione dei tanti presenti (posti esauriti in ogni ordine) e ha percorso le sofferenze di tanti attraverso alcune delle stazioni della Via Crucis.
Con lui l’Orchestra sinfonica del Conservatorio Nicola Sala, insieme allievi e docenti, guidata dal direttore Gabriele di Iorio con il chitarrista Gianluigi Di Fenza.
In apertura una ouverture in due parti per sola orchestra e poi l’entrata in scena di Enzo Avitabile.
Il primo passo, la caduta di Gesù, ha proposto uno struggente momento che ha parlato di Salvatore, partito da Maddaloni per cercare fortuna e morto a Modena, dove faceva il muratore, per un incidente sul lavoro e poi quel “padre perché mi hai abbandonato ”che ha toccato cuori e anime, la preghiera laica di “Don Salvatò”, “Tamburo a niro” per ricordare i caduti della strage di Castelvolturno, per continuare con la “Juta a Montevergine”, “Figliola che guarda o mare”, “Liberazione”, “Mane e Mane” ( con l’accompagnamento del pubblico che decisamente aveva atteso questo momento di condivisione) che gli valse la Targa Tenco.
Prima di concludere con più bis un concerto quanto mai emozionante, Avitabile ha sussurato con gran potenza “Save the music” e poi ha ricordato l’amicizia con Pino Daniele e iPremi Premio Ubu e Moricone ricevuti per le sue capacità nel mondo della musica.
Uno spettacolo emozionate, “Complicato da realizzare e per il quale sono state fatte un paio di prove” ha affermato Avitabile, tra l’altro autore come da lui stesso affermato di oltre seicento lavori di musica colta, la “musica esatta”.
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