Noi facciamo quello che è indicato nel nostro statuto,  attività di promozione sociale allo scopo di  promuovere, sviluppare e perseguire il più ampio avanzamento culturale dei propri associati e della comunità di appartenenza.

L’associazione svolge attività, nel campo del teatro, della lettura, della letteratura, dei beni culturali, dell’ambiente, della musica, dell’arte, dello spettacolo, della cultura in generale, dell’aggregazione sociale, dei temi di carattere sociale.

E la locandina ne è testimone, sono illustrate 72 iniziative per la precisione, anche se gli eventi effettivi sono molti di più perchè alcuni di loro si sono poi svolti con ripetuti appuntamenti settimanali.
Si sono poi aggiunti appuntamenti occasionali come il ritrovarsi per festeggiare ricorrenze particolari di un proprio associato o per il puro gusto di stare insieme a fare quattro chiacchiere.

Ma mai invano, c'è stata sempre occasione di crescita reciproca perchè il confrontarsi delle idee, anche su temi banali, costituisce sempre un arricchimento per tutti.

Ci tengo però a sottolineare il grande valore aggiunto che queste iniziative comportano.

Tempo fa partecipai, infatti, ad un incontro in cui una importante etnografa raccontò delle sue esperienze in merito alla gestione di alcune biblioteche.

Si trattava di una vera esperta in materia che ha insegnato etnografia urbana, arte di ascoltare e gestione creativa dei conflitti al Politecnico di Milano, e ha collaborato in vari progetti di risanamento dei quartieri in crisi.

Ebbene la studiosa esaltava alcune esperienze di gestione di biblioteche che man mano potevano assumere funzioni diverse proprio con l'intento di perseguire momenti di aggregazione sociale.

Erano esperienze anche sperimentali, ma ritenute di grande interesse per la capacità di attrarre intorno a sé funzioni altrimenti non esercitate.

Io ascoltavo incredulo e ne rimasi davvero colpito,  non riuscivo ad immedesimarmi negli attori di questa importante evoluzione che le biblioteche potevano assumere e mi meravigliai del grande impegno messo in campo per realizzare i relativi progetti.

Forse le biblioteche sono una realtà diversa da quella che viviamo noi di Culture e letture, ma sta di fatto che noi abbiamo non solo realizzato da anni proprio quei progetti così esaltanti, ma li abbiamo realizzato in assoluta scioltezza e concretezza, con il buon umore e la collaborazione di tutti gli attori di questa stagione.

Non abbiamo elaborato progetti, abbiamo semplicemente realizzato quello che ci sembrava giusto, in semplicità, qualcosa evidentemente davvero speciale che ad altri forse è pesato un po'.

E qui entra in campo la libreria Barbarossa - ovvero la libroteca,  come l'ha definita la mia nipotina Arianna, che forse ha visto meglio di tutti noi ed ha centrato subito l'obiettivo.

La libroteca Barbarossa è diventata proprio il luogo preferito dei nostri incontri, alcuni avviati ad iniziativa della stessa libroteca .

Quella che era in origine una libreria, è diventata una casa aperta a tutti, dove appunto trovano spazio eventi e momenti di aggregazione e promozione sociale che spaziano su decine di argomenti diversi, in mezzo ai libri ma non solo.

Io conosco bene il valore di quanto abbiamo fatto, ma non posso essere io a stabilire se tutto questo è davvero quella cosa speciale che voleva la studiosa che ho citato prima.