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dom 14-07-2024 n.14450, Elide Apice

Il campo è aperto di Pulsatilla

Per la rubrica Letto per voi

Il ritorno di Pulsatilla alla scrittura dopo il successo di La Ballata delle prugne secche restituisce ai lettori e le lettrici un’autrice che non ha bisogno di schemi di scrittura né di un iter preciso. Nel suo nuovo libro “Il campo è aperto” (Baldini + Castoldi) la narrazione è libera e fluttuante, alterna momenti di intensa malinconia a momenti di rabbia e di introspezione nella necessità, come indicano le note che accompagnano il volume, “di trasformare la vita in parole,di tentare una presa, una difesa dall’assalto delle parole”.
Una famiglia in qualche maniera disfunzionale in cui la protagonista ha “questa fame assurda  di relazionarsi con gli altri” e si strugge, si dimena in azioni che possano in qualche modo rendere visibile mondo.
Il padre lontano quanto basta per essere percepito assente (poi accudito perché succede così, si diventa sempre genitori dei propri genitori), una madre fredda e distante, al centro lei Pulsatilla (si indicherà in una scheda anagrafica) che vorrebbe un uomo al quale ancorarsi, che non trova pace, che riversa su sua figlia la sua realtà (raccontandole di vita quotidiana come fosse già adulta), che continua incessantemente a dedicarsi alla scrittura, che nota il grande successo di ha poco talento a discapito di chi invece avrebbe tanto da dite.
 Al centro dell’anima quel buco, l’assenza di una famiglia, scrive “ sono cresciuta con la sensazione e il dolore di non averne mai avuta una”, l’attraversamento della sua vita tra amori che amori non sono e fanno male, oscillando tra anoressia e bulimia, per affrontare la malattia mentale del padre (che mette in crisi anche la percezione di se stessa) con una scrittura chirurgica e precisa.
Un libro intenso che procede in un continuo flusso di coscienza come per flash, che obbliga chi legge a entrare nell’anima della protagonista, che procede per salti temporali alternando il passato ( e le ferite di quel tempo) al presente ( e le ferite di questo tempo), che mette a nudo una personalità fragile come la pulsatilla, ma al contempo forte e capace di resilienza e di giungere finalmente ad una sorta di autoconsapevolezza.



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