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dom 01-09-2024 n.14465, Elide Apice

IPAZIA, per la regia di Linda Ocone

All'Hortus Conclusus le emozioni al racconto della vita di Ipazia


Υπατία : Succede di rado che uno spettacolo teatrale colpisca dal primo attimo di rappresentazione, ma quando accade si può essere certi che l’obiettivo è raggiunto.

In una calda serata di fine agosto, nel bel mezzo di un Festival, Benevento Città Spettacolo che almeno dal punto di visto del teatro ha offerto ben pochi spettacoli, un’eccellenza si è avuta con Ipazia, una produzione Tecla con la regia di Linda Ocone.

Le atmosfere magiche dell’Hortus Conclusus, l’eco di voci lontane, il riverbero delle luci, lo sciabordio di acqua alla fontana, tutto ha reso perfetta una serata splendida e ricca di suggestioni. Ballerine eteree hanno introdotto il pubblico (sold out per le due messe in scena) nella prima parte del giardino, lì un’Ipazia bambina guardava già le stelle e seguiva il muoversi dell’acqua cercando risposte ai suoi perché.

Un cantore ha guidato verso la seconda parte dello spettacolo: splendide ballerine hanno danzato al suono suggestivo dl violino di Selene Pedicini e alla magia della cetra di Daniela Polito, sul fondo un coro greco che in greco antico ha accompagnato la storia della scienziata greca nata per scoprire il cielo, morta per mano di un patriarcato imperante e tarpante.

Ultimo step nel nuovo spazio eventi sotto un cielo privo di stelle, qui il processo e la condanna.
Ipazia è presa, privata della libertà, vilipesa, violata, uccisa ma lascia il segno in quella Ipazia bambina (la splendida Greta Ciampa) che appare improvvisamente mentre col dito punta il cielo, quel cielo che fa dire a Ipazia “ho visto il cielo stellato, è così bello, ho voglia di vivere”.

Perfetto tutto, perfetti gli interpreti e le interpreti, Vincenzo De Luca, Alda Parrella, Francesca Castaldo, Maria Rita Bianchini, Consuelo Giangregorio, con la partecipazione straordinaria di Stefania Aluzzi
capaci di restituire al pubblico l’anelito al futuro.

Perfetta la regia curata nei minimi particolari e le ballerine del corpo di ballo di Saveria Cotroneo, magnifico il coro “Vox Armonica” guidato dal violino solista Selene Pedicini e da Daniela Polito alla cetra, bella e curata la locandina di Valentina Leone. Tutti e tutte sono state il valore aggiunto al bellissimo testo nato come monologo teatrale di Roberta Dei Colli.


 





















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