E’ “Nei nervi e nel cuore” (Solferino) che Rosella Postorino consegna alla stampa per “un memoriale per il presente “ come recita il sottotitolo, che parla di storie minime e personali che diventano storie collettive.
C’è tutta Rosella Postorino in questo libro che si legge come un romanzo ma che è memoriale di una vita trascorsa tra le parole e con le parole, un’analisi intensa grazie alla sua scrittura, passando attraverso le innumerevoli letture, i tanti autori e le tante autrici che l’hanno accompagnata nel suo percorso di crescita. Un tuffarsi in un passato e nel vissuto personale che diventa viatico per entrare nell’universale perché, senza nemmeno rendercene conto, siamo tutti noi quelli di cui parla. .
A ritroso nel tempo attraversando le date della crescita e le canzoni che li hanno accompagnati e le pubblicità che ancora celavano silenzi, approda all’imbarazzo nei confronti dell’altro sesso, al ricordo di zie emancipate e nonne vanitose, di padri che sembrano distanti e esprimono un certo pudore nei confronti della figlia “che è cresciuta e si è fatta bella”.
E poi il tempo del Covid e il senso di solitudine per tornare alle letture e alle autrici che sconvolgono il comune modo di pensare e raccontano il corpo e la violenza svelando quello di cui non si era mai potuto parlare.
La scrittura come imperativo categorico, quindi, come la necessità di affrontare le parole che le sono consone fin da piccolissima, quando scriveva di nascosto, l’uso del narrato come mezzo per essere amata e per affermare una se stessa tanto fragile eppure così forte e determinata.
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