“C’è amara rassegnazione nelle parole di Rosa Speranza tornata a casa di Titina che l’ha cresciuta come figlia, c’è desiderio di raccontare una verità taciuta da tanto tempo, c’è l’ineluttabile destino che l’aspetta fuori dalla porta” scrivevo qualche anno fa in occasione della prima de “I cani”, drammaturgia di Alda Parrella che era stato prodotto da Culture e Letture e non si può che confermare l’indubbio valore di una narrazione che attraversa la mente e il cuore della protagonista di un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni ’80 e restituito, sempre per la regia di Linda Ocone (che è garanzia di meraviglia) per una produzione Tecla. Rappresentazione con il valore aggiunto di una nuova ed eccellente proposta recitativa di Stefania Aluzzi, perfetta protagonista, come lo era stata precedentemente Alda Parrella, dello spettacolo che stasera sarà in scena all’Auditorium Tanga della Spina Verde(assistere alle prove generali assume sempre un certo fascino).Scena scarna ed essenziale, un basso napoletano in cui vive Titina, costretta alla sedia a rotelle, in alto un quadro, “La Madonna col mitra”, opera concessa dall’artista Stella Tasca. A lei Titina si è rivolta da sempre a chiedere grazie, a recitare rosari; di fronte a lei Rosa si segna prima del racconto. Violenza subita dopo un matrimonio scelto per amore con Ciro, ma Ciro non era come lei aveva pensato: la camorra, la delinquenza, le scommesse clandestine erano il suo pane quotidiano. E Ciro cambia totalmente atteggiamento verso Rosa, ne diventa possessivamente geloso, le impone di restare in casa, le concede solo di uscire a fare la spesa e qualche rara visita a Titina. Non è vita, non si può tollerare una vita così soprattutto quando, arrestato, pone la moglie sotto il controllo vigile di uno scagnozzo “che si farebbe uccidere per me”. Ma all’angolo è l’amore, quello vero, nato all’improvviso per il ginecologo al quale Ciro aveva inviato Rosa perché “La colpa è tua, io sono il maschio e voglio quel figlio maschio che tu non sai darmi”. Da lì la scelta di essere libera, di godere di momenti di serenità, di sentirsi normale. Ma ogni scelta ha le conseguenze e spesso le scelta d’amore vanno incontro a conseguenze violente. E’ quanto succede a Rosa e a quel destino non si può sfuggire.
I ringraziamenti di Tecla tramite Linda Ocone vanno a quanti hanno reso possibile la serata: L'orchestra Filarmonica Benevento per lo spazio teatrale, Viliana Cancellieri dell'associazione AURI e Emilio Iele del Mercatino dell'usato
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